Solitamente vado a letto con uno dei miei baby-doll. Ne ho davvero di tutti i tipi: da quelli ricamati a quelli in pizzo, da quelli semitrasparenti nero glamour a quelli supersexy in colori audaci.
Solitamente scelgo a seconda dell’umore della sera oppure a seconda della compagnia…
Ieri notte ero sola nel mio letto, non c’era nessuno a condividere il calore del mio corpo e dei miei desideri. Non volevo passare una notte come un’altra, avevo bisogno di un’emozione in più.
Ricordo che era tardi, quasi le due di notte, quando ho deciso che era ora di andare a dormire.
Mi sono infilata sotto le lenzuola, vestita solo da un completino tigrato, a strisce nere e viola, molto audace.
Sopra non indossavo nulla, nemmeno il consueto baby-doll.
Sono scivolata tra le lenzuola morbide e lisce, accarezzandole delicatamente e assaporando la sensazione di quelle dolci coccole sulla mia pelle nuda.
Mi ci sono avvolta a lungo, dimenando di continuo le mie cosce sopra quel panno ormai bollente, per aver ricevuto il calore del mio corpo.
Mi piaceva rotolarmi lentamente nel letto e sentire ogni centimetro della mia pelle a contatto con esso, sentire quella mia nudità così innocente e proprio per questo così intrigante.
Non bastava.
Ho iniziato a toccarmi il seno, togliendomi il reggiseno tigrato.
Ho regalato piccole carezze a queste mie tette sode, piccole stimolazioni ai capezzoli grandi che si stavano irrigidendo alla svelta e poi palpate sempre più appassionate e indecenti, fino a stringermi il seno tra le mani, mentre sentivo il mio sesso bagnato che reclamava la sua parte.
Volevo godere, ma amavo anche farmi soffrire un pochino.
Ho iniziato ad accarezzarmi il sedere e le lunghe cosce calde, che già si aprivano all’idea di godere. Mi sono abbassata gli slip, e ne ho annusato il profumo. Il mio stesso odore mi eccitava moltissimo, ed ho continuato a toccarmi in maniera audace e aggressiva, senza però mai giungere al punto.
Continuavo a riporre su di me ogni più maliziosa attenzione, iniziando ad accarezzare anche le mie zone erogene. Partivo dal ginocchio e salivo distrattamente verso l’interno coscia, giungendo a lambire il mio pelo scuro.
Il desiderio cresceva e finalmente era arrivato il momento di placare le mie voglie: sentivo di essere al culmine e di non poter resistere un solo istante di più.
Ho preso il vibratore che tengo sempre nel cassetto. Grande, duro, imponente.
Una verga di quelle che piacciono a me e che sanno come soddisfarmi quando sono sola.
Ho iniziato a toccarmi velocemente il sesso, stimolandomi anche l’ano, perchè volevo godere in tutti i modi, volevo sentire tutte le sensazioni più proibite.
Non ho voluto più esitare: un colpo veloce e ce l’avevo tutto dentro. Ho ansimato forte per l’eccitazione, mentre spingevo con forza quel vibratore.
Volevo un’emozione violenta, animale, un fuoco che brucia.
Avevo la bocca aperta in un ansimare continuo, avevo lo sguardo vorace di una mangiatrice di uomini.
Ero io con quel membro e la mia voglia di esplodere.
Dentro e fuori, con sempre più violenza, fino allo schizzo finale.
I miei umori dappertutto sulle lenzuola, ed io sfinita che racchiudevo ancora tra le gambe quella verga straordinaria.
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